Una guida emozionale per il relax estivo – a cura di Fede Miceli
Ischia, la Perla del Tirreno, non è semplicemente un’isola: è una promessa di lentezza, un invito a sospendere il tempo e a lasciarsi cullare dai suoi ritmi antichi. Ricordo ancora la prima volta che sono arrivata, tra l’azzurro del mare e il calore della terra vulcanica, mentre tutto sembra congiurare per farmi dimenticare il rumore del mondo. In questo angolo di paradiso, la bellezza si cela dietro ogni curva, nelle insenature segrete e nei vapori delle sorgenti, pronta a svelarsi solo a chi sa fermarsi e osservare.
Tre giorni su quest’isola sono stati un breve ma intenso viaggio nello spirito, una discesa lenta e soave nel cuore del benessere. Ischia non si visita di fretta: si vive, si assapora, si respira.
Ecco il tuo cammino, in bilico tra mare e cielo. Lasciati condurre tra i vapori sulfurei e i tramonti infuocati, dove ogni istante ti parla di serenità, e ogni passo ti riconnette alla tua essenza più profonda.
Ora, abbandonati e inizia il tuo viaggio…
Giorno 1: Dall’abbraccio delle acque vulcaniche al tramonto di Forio
La brezza salmastra mi accoglie con dolcezza appena metti piede sulla Perla del Tirreno. L’estate ad Ischia è una sinfonia di luce e mare, un invito a vivere l’isola con calma, come un nettare da assaporare goccia a goccia. Non c’è spazio per la fretta su questo scoglio verdeggiante, uno smeraldo tra le onde che sa conquistare i cuori più induriti con la sua bellezza senza tempo.
Al sorgere del sole, la mia prima destinazione è stata Sorgeto, un angolo di paradiso nascosto, dove la terra e il mare sussurrano insieme, intrecciando il calore vulcanico con le onde fresche del Tirreno. Sorgeto, con le sue vasche naturali, è un teatro di armonia primordiale, un luogo in cui l’uomo si fonde con l’ambiente. Qui, mi sono immersa nelle acque che sfrigolano di calore, riscaldate dal cuore della Terra, lasciando che i vapori sulfurei compiano il loro atto di purificazione.
Dopo il bagno rigenerante, sono rientrata verso terra, il ventre sazio di pace, ma anche con un leggero languore che reclama un assaggio di questa isola che mai smette di stupire. Così mi sono fermata per una bruschetta croccante, condita con pomodori dolci e profumati, un filo d’olio che sa di sole e un pizzico di sale marino. Ogni morso era un dialogo tra terra e mare, un’armonia di sapori che racconta la storia di Ischia, fatta di agricoltura rigogliosa e onde generose. Un’altra deliziosa opzione? La famosissima zingara!
Nel pomeriggio, ho deciso di visitare i Giardini La Mortella, il giardino botanico più affascinante del Mediterraneo, una vera oasi in cui ogni pianta racconta una storia di cura e bellezza. Passeggiare tra le piante esotiche e mediterranee che colorano il giardino è stato come compiere un viaggio attraverso i continenti, in un trionfo di profumi e colori. I Giardini La Mortella, progettati dal paesaggista inglese Russell Page per Lady Susana Walton, sono un manifesto di equilibrio e poesia, dove fiori, alberi e sculture si fondono in un unisono perfetto, invitandoti a sostare, respirare, contemplare.
Quando la luce del sole ha cominciato a scemare, mi sono diretta verso Forio per assistere al mio primo tramonto ischitano. Ho raggiunto la Chiesa del Soccorso, un candido edificio affacciato su una scogliera che sembra sospesa tra cielo e mare. Qui, il sole si immerge nel Tirreno come in un lento abbraccio che ha un ardore speciale. Seduta su una panchina, mi sono goduta la fine del giorno mentre le onde accarezzavano dolcemente la costa e le luci salutavano il giorno.
Scopri Ischia in tre giorni tra benessere, natura e meraviglia: terme vulcaniche, tramonti spettacolari e il fascino eterno di un’isola che invita a rallentare
Ho concluso la serata nella vivace Riva Destra del porto d’Ischia, un angolo pittoresco dove le luci dei locali si riflettono nelle acque tranquille. Qui, tra trattorie e ristorantini, ho amato i piatti di cucina locale (se lo mangi, mi hanno raccomandato di provare il pesce!), sorseggiato un calice di vino bianco, mentre il mormorio delle onde mi cullava dolcemente verso la notte.
Giorno 2: Tra le acque curative di Fonte delle Ninfe Nitrodi e il tramonto al Castello Aragonese
Il secondo giorno sull’isola mi ha riservato un’esperienza indimenticabile: le magiche Fonte delle Ninfe Nitrodi. Appena arrivo, il suono delle cascatelle mi ha avvolta e mi sono sentita subito trasportata in un luogo sacro, noto già agli antichi Romani per le proprietà curative delle sue acque. Ho indossato un costume da bagno comodo e ho portato con me un telo e un libro, pronta a godermi questo momento di relax.
Ischia, la Terra delle acque magiche, custodisce queste sorgenti come un gioiello prezioso, e una visita a Nitrodi è come un pellegrinaggio alla fonte stessa della vita. Le acque limpide sgorgano tra le rocce e mentre mi immergo, sento ogni tensione svanire tra le mani della natura, che qui diventa balsamo per il corpo e lo spirito. Ogni goccia d’acqua sembra avere una memoria millenaria, una saggezza nascosta che si trasmette a chi si immerge, lavando via ogni preoccupazione.
Dopo una mattinata di trattamenti naturali, mi sento rinvigorita e pronta per scendere verso Sant’Angelo, un angolo incantato che pare sospeso nel tempo. Questa piccola frazione di Ischia è un borgo da sogno, un luogo di vita lenta, dove l’aria profuma di sale e il mare sembra abbracciare dolcemente la costa, quasi con rispetto.
Passeggiare per i vicoli di Sant’Angelo è come entrare in un quadro: le casette colorate, i vicoli stretti, i balconi fioriti, tutto sembra essere stato dipinto per affascinare e incantare chi lo visita. Per pranzo, ho scelto uno dei ristorantini affacciati sul porticciolo e mi sono lasciata coccolare dalle delicatezze culinarie dell’isola: ogni piatto è un omaggio alla generosità del mare, ogni morso è un’esplosione di sapori che mi ha ricordato perché amo così tanto quest’isola.
Nel pomeriggio, mi sono avventurata verso l’antico porto sommerso, un mistero affascinante che si cela sotto le acque cristalline di Cartaromana. Qui, a pochi metri di profondità, riposa l’antica Aenaria, centro romano che per secoli ha giaciuto dimenticato nelle acque tranquille tra il Castello Aragonese e gli scogli di Sant’Anna. In un momento fatale, tra il 130 e il 150 d.C., la terra si ribellò. L’eruzione vulcanica del Montagnone-Maschiatta e i sismi ad essa legati condannarono Aenaria a sprofondare, avvolta dalle acque, come un mito perduto, inghiottita per sempre dall’oblio.
Immergermi in questo mistero affascinante è stata un’esperienza unica. Immaginavo di sfiorare con lo sguardo antiche mura e vestigia di civiltà passate, ora abbracciate dalle onde e custodite dal silenzio del mare, vinte dalle forze primordiali della natura.
Quando il sole ha iniziato la sua lenta discesa verso l’orizzonte, mi sono diretta verso il Castello Aragonese, uno dei simboli più imponenti dell’isola. Le mura antiche mi circondavano mentre aspettavo con trepidazione uno dei tramonti più spettacolari dell’isola. La luce del tramonto dipinge il mare di sfumature dorate e violacee. È un momento sospeso, in cui storia e natura si fondono in un’unica, meravigliosa sinfonia.
Per la serata, sono tornata a Sant’Angelo per una cena speciale, mentre le stelle iniziavano a punteggiare il cielo sopra di te e il mare si trasformava in uno specchio d’argento. Qui, con i piedi nella sabbia e il suono dolce delle onde, ogni piatto, ogni sorso di vino mi ha raccontato una storia di passione, di mare e di terra.
Giorno 3: L’anima verde di Ischia e il tramonto alla spiaggia di Cava
Il mio ultimo giorno a Ischia è iniziato con un viaggio attraverso il suo cuore verde. Dopo una colazione leggera con frutta fresca e un buon caffè, ho indossato un paio di scarpe da trekking comode, pronte per scarpinare in mezzo alla meraviglia. Ho portato un piccolo zaino da 10 litri, con dentro una bottiglia d’acqua, una mappa del centro storico di Forio (sì, a volte mi piace essere analogica!) e qualche snack per la giornata.
Inizio la mia esplorazione nel centro storico di Forio, con le sue chiese antiche e le botteghe artigiane, e mi sono goduta una passeggiata tra i vigneti e i campi profumati di lavanda. Qui, lontano dal trambusto delle località balneari, ho scoperto l’essenza più autentica dell’isola, mentre la sua comunità pian piano si svegliava animandola di vita.
Ho dedicato il pomeriggio a esplorare le antiche terme di Castiglione, dove piscine termali e saune naturali si fondono in un paesaggio di straordinaria bellezza. Ancora una volta l’acqua è protagonista, portatrice di benessere e rigenerazione, per fare del relax l’unico dictat. Mi sono goduta questo momento a tratti surreale, mentre mi immergevo nelle acque che hanno nutrito generazioni di isolani, trovando nuova energia.
Mentre il sole iniziava a scendere, ho capito che era il momento di tornare al mare. Ho scelto una spiaggia tranquilla e, con la sabbia calda sotto i piedi e il profumo di mirto nell’aria, mi sono seduta per godermi il sole che si tuffava nel mare per l’ultima volta in questi tre giorni. Lasciando dietro di sé una scia dorata, sembrava promettermi che quest’antico sogno del mare non sarebbe mai finito davvero.
Ischia mi ha accolta, mi ha coccolata e ora è tempo di tornare, ma non senza portare con me il suo ricordo, il profumo del sale, il calore delle sue acque magiche e la pace che solo la regina del Tirreno sa donare.
In questi tre giorni, Ischia mi ha offerto tutto: il calore delle sue acque, la dolcezza dei suoi tramonti, la ricchezza della sua storia e la pace dei suoi angoli più nascosti.
Tre giorni su quest’oasi del benessere sono stati sufficienti per farmi innamorare, per farmi sentire parte del suo respiro millenario, cullata tra le onde e il calore delle acque che da secoli custodiscono segreti di guarigione e pace. Ho imparato ad abbandonare le lancette dell’orologio, perché ho scoperto che a Ischia il tempo non è un tiranno, ma un alleato. Un alleato che scivola lento, invitandomi a vivere ogni istante, da oggi in poi, con pienezza e consapevolezza.